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# 33 – Trapster’s trap! – 2° parte

 

di Carmelo Mobilia

 

 

La scena del crimine era una banca di una zona periferica della città. Trapster e altri due supercriminali con superpoteri avevano colpito in pieno giorno.

La polizia era arrivata in tempo, ma nulla potè fare contro le capacità dell'insolito trio.

L'unità CSI era sul posto ad analizzare i reperti.

<Agente Winters, vuoi fare tu gli onori?> le chiese Ben Reilly.

<Sì.> rispose risoluta la bionda, prendendo il registratore e portandoselo alla bocca.

<Gli impiegati e i clienti sono stati neutralizzati attraverso un composto chimico ultra adesivo che, stando ai dati del nostro archivio, di scioglierà entro un’ora. Provvedo a prenderne un campione e lo metto sottovuoto. Le guardie giurate e il personale addetto alla sicurezza invece sono stati messi fuori gioco grazie ad un raggio congelante che li ha immobilizzati. Stiamo procedendo a liberarli tramite fiamma ossidrica.> staccò momentaneamente, avvicinandosi alla porta del caveau completamente fusa.

<I tre si sono poi scesi nel caveau, dove uno di loro ha provveduto ad aprirne la porta liquefacendola, con tutta probabilità utilizzando una fonte di calore che raggiunge temperature da altoforno; 16 cm di solido acciaio sono stati sciolti come fossero burro.>

Mentre Norah continuava la registrazione, Ben analizzava la scena con l'occhio clinico del Ragno Rosso.

<Ho già visto cose del genere, a New York. Qui sembra sia passata la Torcia Umana. Anche la colonna di ghiaccio che li ha condotti sul tetto, ho visto fare cose del genere solo all'Uomo Ghiaccio o a Equinox. Li toglierei però dalla lista degli indagati.> pensò Ben <Queste capacità non rientrano nelle abilità dei miei nemici ordinari... sebbene, grazie ai ricordi che condivido con Peter, posso affermare di aver combattuto il 90 % dei matti in circolazione... ma chi c'è sulla Costa Ovest che sa fare cose del genere?> si domandò.

 

* * *

 

Più tardi, al laboratorio, Norah Winters lavorava con una intensità e dedizione e non si staccava da provette e microscopi se non per andare al bagno.

<Ehi socia, prenditi una pausa, ok? Ti ho portato un caffè.> disse Ben, avvicinandosi <Quello con la fama di secchione stakanovista ero io, non vorrai privarmi del titolo?> le disse, sorridendole.

<Grazie Ben... no, non volevo sembrarti associale... è che sono vicina a capire una cosa che, se va in porto, può essere utile nella cattura di Trapster.>

<Il Comandante Carson potrebbe chiederti in moglie, se ci riesci. Di che si tratta?> chiese Ben, sorseggiando il suo caffè.

<Sai che, con i comuni solventi, ci vuole circa in ora per sciogliere la colla di Trapster, no? Beh sono vicina, dannatamente vicina e trovare una soluzione che ne annulli gli effetti in pochissimo tempo… almeno in teoria. Nella pratica, non ho ancora trovato una soluzione...>

<Se ci riesci sarebbe veramente un colpaccio! Fammi vedere i tuoi risultati, magari posso aiutarti.>

<Magari ...>

I due si misero a lavorare, scambiandosi gli appunti e osservazioni di chimica.

Per alcuni aspetti, per entrambi fu come tornare all'università. Lavorarono per ore con l'entusiasmo di due matricole. Le lancette scorrevano, ma i due, rinfrancati l'uno dall'altra, non sentivano né la fatica né lo scorrere del tempo.

Benjamin era colpito: gli appunti di Norah era già a un buon punto nella ricerca, si complimentò con lei per il suo lavoro: non era solo bella e simpatica, era dannatamente intelligente e brava nel suo lavoro. Grazie alla loro collaborazione e la contributo di Ben, i due a sera riuscirono nell'impresa di trovare un solvente rapido ed efficace.

<EUREKA!> scherzò lei, felice per l'esito <Ce l'abbiamo fatta! Non posso crederci!> disse, abbracciandolo <Grazie a te, Ben.>

<E' tutto merito tuo, Norah.> rispose Ben <I tuoi appunti erano già ad un ottimo punto … io ti ho solo aiutato a fare la quadra dei dati, tutto qui.>

<Ti sminuisci. Ero arrivata ad un punto morto... ci lavoravo da settimane, da quando... oh! Ma guarda che ore sono... ti ho fatto fare tardi!>

<Così entriamo in straordinario no? Di questi tempi un po' di soldi extra servono a tutti.>

<Si ma… non hai qualcuno che ti aspetta, a casa?> chiese lei.

<No io... non ho nessuno.> disse lui candidamente.

<Dici davvero?>

<Dico davvero… anche se, comunque, ripensandoci, ho un appuntamento....>

 

 

Quella sera, al Quartier Generale della Polizia.

 

Nei panni del Ragno Rosso, Ben contattò il Comandante Carson. Lo trovò nel suo ufficio a tarda ora, che si passava la mano tra i capelli, sospirando.

Picchiettò alla sua finestra, attirando la sua attenzione.

Carson lo fece entrare.

<Ha colpito ancora. E questa volta non era da solo: altri due super balordi erano con lui. Un tizio sparafuoco e uno che congelava le cose!>

<Sì, l’ho saputo. Dobbiamo giocare d’anticipo con loro, Comandante, non possiamo sperare di coglierli sul fatto e fermarli. Potrebbe passare troppo tempo.>

<Cosa suggerisci di fare?> domandò il poliziotto.

<Oh, un idea mi sarebbe venuta, in effetti...> rispose il Ragno Rosso <però prima abbiamo bisogno di saperne di più suoi nostri amici. Come comandante dell'unità Codice Blu puo accedere ai file dell FBSA?*>

* = Federal Bureau Superhuman Affairs, un corpo simile all FBI ma dedito ai crimini dei superumani.

<Si, l'ho già fatto Ragno: fornendo loro le descrizioni dei testimoni, ci hanno mandato quanto segue...> si mise al PC e invitò il Ragno Rosso a guardare lo schermo.

<Lo sputafuoco corrisponderebbe a Firebrand, mentre il tizio congelante risponderebbe alla descrizione di Blizzard. Sono entrambi due nemici ricorrenti di Iron Man, ma è qui che la cosa si fa strana: stando sempre a questi file, il primo Firebrand, Gary Gilbert, risulta morto, ucciso dal killer di criminali noto come Flagello, mentre ci risulta che Blizzard, al secolo Donnei Gill, sta scontando una pena al Ryker's di New York.> disse Carson.

<Mmmm... ci sta. Come abbiamo appurato, pure Trapster non è l'originale, quindi la cosa ha senso... e non ci è di nessun aiuto. Per quanto ne sappiamo, questi balordi potrebbero essere degli incensurati che si sono dati al crimine.>

<Siamo al punto di partenza. Cristo...> sospirò Carson, portandosi stancamente le dita sul naso.

<Non si disperi, Comandante, come lo dicevo forse ho un piano … però ho bisogno della sua collaborazione e, soprattutto, deve fidarsi di me.> gli disse il Ragno Rosso.

Alcuni giorni dopo.

In un Night di lusso Lee Prince, alias il nuovo Trapster, e i suoi soci Lou e Lance, ovvero Blizzard e Firebrand, brindavano al successo del loro colpo; prima cena in un ristorante di lusso, poi qui a elargire banconote di grosso taglio alle splendide spogliarelliste, che si dimenavano in sensuali lap dance mentre i tre tracannavano champagne e cocktails.

<Dio, questa sì che è vita!> gridò Lou entusiasta <In culo all'esercito, agli sbirri, alla mia ex e … tutti quanti!>

<Mi associo!> gridò Lance <E propongo un brindisi al nostro Lee, che ha avuto la geniale idea che ci ha resi ricchi!>

<Giusto... onore a te e al tuo cervello, Lee!> ribadì Lou.

<Ricchi dici?> rispose Lee <Questo non è essere ricchi, Lance. Non è per questo che mi sono dissociato dal Trapster originale...>

<Che intendi dire?>

<Vedi... quando Petrusky mi contattò nel dark web, mi ha fornito della sua tecnologia e delle sue formule per incrementare la sua fama criminale... capito, voleva che mi battessi contro i Vendicatori o che cazzo se no per farmi un nome. Ma io alla gloria preferisco la grana. Ed è proprio questo il punto; di solito chi ha i poteri come i nostri ha ambizioni troppo grosse, ammazzare un grosso nome tra i supereroi e diventare una leggenda criminale. Fanculo, dico io. Io voglio la vera grana. Non voglio venire a spendere i quattrini in posti come questo, voglio potermi comprare, un locale del genere. Più di uno.>

<Va avanti, Lee, la cosa ci interessa ...>

<Quanto della grana che abbiamo racimolato con l’ultimo colpo ci rimarrà, una volta che si saranno calmate le acque? Uhm? Ci prenderemo una macchina, una casa, qualche altro sfizio, un paio di notti con qualche escort e saremo punto e a capo.>

<Allora faremo un altro colpo, no?>

<Si, ma dev’essere grosso! Il più grosso! Poi dobbiamo trovare chi ci investe i guadagni e mettere su un capitale per aprire una grande organizzazione. Questo è il mio obiettivo.>

<A che stai pensando?>

Lee prese lo Starkphone, scorse col dito poi mostrò lo schermo agli amici, che distolsero lo sguardo dalle grazie delle spogliarelliste e lo rivolsero al telefono.

<”San Francisco accoglierà la più grande collezione di gioielli e manufatti provenienti dal Wakanda… saranno esposte al SFMOMA* a partire dal …“cos’è, vuoi mollare le banche per farti i musei?>

<Non capisci, Lou? Le opere d'arte del Wakanda si dice siano inestimabili! Praticamente, non hanno prezzo! Possiamo chiedere qualsiasi cifra, nel dark web! Capite cosa voglio dire?>

<Si, cazzo. Con quello che possiamo farci su ci sistemiamo a vita.>

<Precisamente, Lance!> rispose Lee, riempiendo i bicchieri di champagne.

<Allora? Ci state?>

<E ce lo chiedi?> rispose Lou, eccitato <Al nostro prossimo colpo!> esclamò, facendo un brindisi.

E ai tre criminali brillarono gli occhi di avidità e cupidigia.

* = San Francisco Museum of Modern Art

 

 

 

Interludio.

 

<APRI, BECKY! DANNAZIONE, FAMMI ENTRARE!> gridava l'uomo, tirando pugni contro la porta.

Era a dir poco inferocito e brutale, intenzionato ad entrare anche con la forza.

Ma il compito dell'associazione Women Against Rape era quello di tenere lontani uomini violenti come quello dalle vittime dei loro soprusi, e la volontà di Jen Cooke e di Helen Spacey era ferrea, nel non farlo entrare.

<Becky, il senso di questo luogo è che uomini come tu marito non debbano sapere dove si trova. Perchè glielo hai detto?> sospirò Jen verso la ragazza.

<S-Scusami, io non...> ma tra l'occhio gonfio e le lacrime non riusciva a trovare le parole.

Dopo averla rimproverata l'afroamericana si addolcì.

<Ok, tranquilla. Tanto ormai quel che fatto è fatto. Vedrai che tra un pò si stancherà di ringhiare e se ne andrà.>

<Io... non volevo … ma lui era... questa volta non….> Becky riprese a singhiozzare. Helen le mise la borsa di ghiaccio sopra l'occhio.

<Non è colpa tua Becky. Ora ci penso io a mandarlo via.>

<No, Helen, non farlo! Lui non capisce, è...>

<Non mi fa paura.> rispose lei caparbiamente, come avrebbe fatto la figlia del compianto capitano Stacy.

<Helen, sta attenta, forse non è il caso. Chiamiamo la polizia e...>

<No Jen, ci penso io.> ribadì.

Uscì dalla porta con risolutezza.

<Lei deve andarsene da qui. Questo è un posto per sole donne, la sua presenza non è gradita.>

<C'E' MIA MOGLIE Lì DENTRO, STRONZA!>

<Sì, ed è venuta spontaneamente, proprio per stare lontano da lei. Lo accetti.>

<”Accetto” un cazzo, quella è mia moglie e tornerà a casa con me! VIENI VIA DI Lì, BECKY!> urlò ancora l'uomo.

<NO, NON LO FARA'!> rispose lei, ferma e risoluta <Una moglie non è un animale domestico, non la si “prende” e la si porta via come le pare! Becky rimarrà qui perchè questa è la sua volontà.>

<Ma tu chi cazzo credi di essere per dirmi cosa devo fare io, eh?> le disse il tizio, digrignando I denti e sbuffando come un animale.

Era sul punto di esplodere, era evidente. Ma Helen Spacey non avrebbe più tremato, davanti a un uomo.

Aprì la borsetta, e sentì il freddo metallico della sua pistola. Il suo primo istinto fu quello di prenderla e puntarla contro quell'uomo, ma poi trattenne un respiro e afferrò il cellulare.

<Il mio fidanzato è un agente di polizia. Vuole che lo chiami? Lei già prenderà una denuncia per percosse e violenza domestica, vuole che aggiungiamo anche disturbo alla quiete pubblica? SE NE VADA. ADESSO.>

Il suo sguardo deciso incrociò quello dell'uomo. Per un istante che pareva non finire mai ci fu una forte tensione fra I due, ma alla fine l'uomo cedette, andandosene imprecando e riempiendo lei e la moglie di insulti, maledizioni e parolacce.

Quando rientrò il cuore le batteva così forte che sembrava le stesse per uscire dal petto.

<Sei stata grande, Helen. Cazzutissima. Una vera Lara Croft.> disse Jen, nel congratularsi.

Helen ricambiò con un sorriso.

Mentre si calmava ripensò a quanto aveva appena detto a quel tipo “il mio fidanzato è un poliziotto”. Nel momento di necessita aveva pensato immediatamente a Ben.

La cosa la faceva sentire male e bene allo stesso momento. Era questa l'incertezza di cui le aveva parlato il suo psicologo.

Era il momento di fare una scelta … ma quale? Chiudere definitivamente oppure… quale delle due opzioni era la migliore per lei? In quel momento non avrebbe saputo dirlo.

 

Forest Hill, appartamento di Ben Reilly.

 

La stanchezza di faceva sentire, la schiena gli doleva dopo tutte quelle ore curvo sul tavolo da lavoro, ma ormai era sul punto di finire e non poteva fermarsi. Il suo arsenale da Ragno Rosso doveva subire un upgrade e soltanto lui poteva fornirglielo.

<Il lato duro di essere un eroe solitario, e per di più sempre in bolletta. Sarebbe bello avere un maggiordomo o un assistente ad aiutarmi, ma devo cavarmela da solo.> si disse, mentre completava l'ultimo ritocco.

Sarebbe valsa la pena fare le ore piccole, però, se il suo piano avesse funzionato come si augurava.

<Se tutto va come credo, Trapster, hai le ore contate.>

 

Pochi giorni dopo. San Francisco Museum of Modern Art

 

Il suono dell'allarme che risuonava ormai non faceva loro più alcun effetto, lo stesso dicasi per le urla dei testimoni terrorizzati. Per coloro che si erano autonominati – un pò per scherzo e un pò no – il Temibile Trio, ormai I colpi di questo genere erano diventati una deliziosa routine.

Chiunque cercasse di fermarli venire incollato, congelato o bruciato.

A nulla servivano le saracinesche di metallo che si chiudevano in automatico: Firebrand le liquefaceva con il suo raggio termico.

Le guardie della sicurezza del museo si ritrovavano incollate al suolo o alle pareti per mano di Trapster mentre, le auto della polizia che si lanciavano al loro inseguimento slittavano sulle lastre di ghiaccio create da Blizzard.

In breve il furgone con I tre a bordo era in fuga solitaria verso il loro covo.

<E' FATTA, E' FATTA!> urlò Blizzard, entusiasta come chi aveva appena vinto alle corse.

<Ben detto Lou! Guarda qui … una collezione di gioielli wakandani! Valgono una fortuna! Una volta piazzati nel dark web ragazzi, ce ne andremo da qui e ce la spasseremo in qualche isola tropicale!> urlò Trapster, trionfo!

<E ANDIAMO!> gridò di rilancio Lance aka Firebrand, al volante.

Una volta arrivati alla vecchia officina, Trapster posò la refurtiva sul tavolo da lavoro.

<Ecco, ammirate ragazzi … è grazie a questi che diventeremo ricchi come re!>

<E forse dovremmo vestirci come tali> disse Lance, prendendo una collana d'oro con l'effige della Pantera <Io quasi quasi questa me la tengo!>

<Si, con quella sembri la versione bianca di re T'Challa!> lo schernì Lou.

<Forza, contiamo I pezzi e poi passatemi il PC che…>

Ma la loro attività venne interrotta dal megafono della polizia.

<<Qui è il comandante Carson dell'unità Codice Blu di San Francisco. Siete circondati. Venite fuori con le mani in alto.>>

<GLI SBIRRI!> gridò Lou <Ma come cazzo hanno fatto a beccarci?>

<Devono averci seguito... ma come?> si chiese Lance <Devono aver usato degli elicotteri...>

<Impossibile! Non ce n'era uno in cielo, e poi fanno un casino del diavolo... non possono averci intercettato con gli elicotteri!>

<Ma allora come ...>

<Non è il momento di scoprirlo, dobbiamo telare!> disse Trapster raccogliendo la refurtiva.

Delle bombolette di gas lacrimogeno sfondarono le finestre, rendendo l'aria irrespirabile.

<-coff coff – dividiamoci!> ordinò Trapster.

Blizzard fu il primo ad uscire, usando il ghiaccio per coprirsi da eventuali cecchini.

Firebrand gli fu subito dietro, gettando il poliziotti nel panico, quando usò I suoi poteri contro una bombola del gas per saldature, provocando un incendio che avrebbe dovuto coprire la sua fuga.

Blizzard usò una scia di ghiaccio per fuggire in una direzione, mentre il furgone con a bordo Trapster andò verso un'altra.

Firebrand copriva la loro fuga approfittando dell'inferno di fuoco che aveva scatenato.

<Fa un pò caldo qui, mi chiedo quanto vi costerà il riscaldamento.> chiese ironicamente il Ragno Rosso, arrivandogli alle spalle.

<TU!> gridò Firebrand, cercando di colpirlo con un getto incandescente, ma il Ragno fu più lesto nel togliersi dalla traiettoria.

<Sei tu che ci hai portato gli sbirri, vero? In qualche modo c’entri tu!> ringhiò Firebrand, cercando ancora di colpirlo con il suo fuoco.

<Io? Che c’entro io? Ma perchè ve la prendere sempre con me? Io ero venuto solo a chiedere delle pastiglie per I freni per la mia ragno-mobile.>

<STA' ZITTO E MUORI!> urlò ancora il criminale, furioso e disperato.

<E' un dilettante> notò il Rosso <Ma un dilettante pericoloso. I poliziotti non sono abbastanza attrezzati per sopraffarlo, non senza avere vittime comunque. Devo finirlo alla svelta.>

<Ehi Firecoso, perchè non ti fai fare una foto? Guarda in camera...> così dicendo sparò una tela ad impatto verso di lui, colpendolo proprio dritto in faccia e coprendogli la visuale.

<Aaaaah, che mi hai fatto bastardo? Non ci vedo più!> urlò, cercando di strapparsela con le mani.

Il Ragno Rosso fu però più lesto, ci fu addosso con un balzo e lo colpì alla mascella, mandandolo K.O., e poi lo ricoprì interamente con la sua ragnatela.

<E' tutto vostro ragazzi> disse, consegnandolo ai poliziotti <Non temete, la tela è ignifuga. Per liberarsi dovrebbe prima dar fuoco a se stesso, e non credo sia così matto.>

 

Intanto, a qualche km di distanza, Blizzard stava cercando di seminare le volanti che si erano lanciate al suo inseguimento: non poteva colpire loro senza rallentare, avrebbe dovuto interrompere la scia di ghiaccio che stava creando sotto di sè per fuggire, per cui sperava di essere abbastanza veloce da fargli perdere le proprio tracce, ma a metà di Lieber Street altre volanti gli tagliarono la strada.

<NO! MALEDETTI!> gridò in preda alla collera, colpendo il cofano delle stesse con delle stalattiti di ghiaccio lanciate a mò di proiettili.

Nel mentre però un agente fece partire un colpo dalla proprio pistola d'ordinanza, colpendolo ad un polpaccio.

<AAAARGH!> urlò Blizzard in preda al dolore, cadendo a terra.

L'agente Vin Gonzales gli fu addosso.

<Non muoverti! Non provare uno dei tuoi trucchetti o ti pianto una palla in testa!> disse autoritario, puntandogli la pistola.

<Un d-dottore... m-mi serve un dottore ...> mormorò Blizzard.

<Avrei il medico del carcere.> disse Paul Carson, arrivando per ammanettarlo.

<Ottimo lavoro, agente Gonzales.> si congratulò poi.

 

Altrove.

 

Il furgone con a bordo Trapster continuava spedito la propria fuga.

Nessuna auto della polizia lo inseguiva e, guardando attentamente, nessun elicottero.

L'aveva sfangata... di certo i suoi complici ci avevano rimesso, ma lui ce l'aveva fatta.

Sembrava impossibile, ma era così.

<Lee, vecchio mio, non so come ma l’hai sfangata!> disse a sé stesso, con aria soddisfatta.

Certo, rimaneva la questione di come la polizia li avesse trovati… che uno tra Lance e Lou fosse un loro informatore? Avrebbe giurato di no, ma alla luce dei fatti pareva l'unica soluzione plausibile.

<Poco male> pensò <Lo sono in gabbia, e io a piede libero... e non dovrò neppure spartire il malloppo!>

Ma mentre faceva questo tipo di pensieri, sentì un tonfo provenire dal tetto del furgone.

<Ma cosa...> un istante dopo, la maschera del Ragno Rosso apparve all'improvviso davanti al parabrezza, seguita immediatamente da una ragnatela che gli coprì totalmente il campo visivo.

Trapster perse il controllo del mezzo, andando a sbattere.

Scese barcollando dal furgone, con la refurtiva in mano, mentre ad attenderlo sul ciglio della strada c'era il Ragno Rosso.

<Hai chiuso, Trapster. E' finita!>

<No che non lo è...> rispose il criminale, sparando dal polso dei proiettili di colla adesiva, che però il Ragno Rosso evitò grazie alla consueta agilità. Con un balzo poi gli fu addosso, afferrandolo per il bavero e sbattendolo contro la fiancata del furgone.

<Come stavo dicendo … hai chiuso, testa a secchio!> ribadì il Rosso.

<E io ti ripeto che la partita non è ancora finita....> da un ugello del suo costume Trapster fece fuoriuscire un liquido ultra appiccicoso che inondò completamente il Ragno Rosso, immobilizzandolo.

Approfittò dell'impotenza del suo nemico per colpirlo prima con un pugno e poi con un calcio, facendo cadere a terra.

<Ah ah ah ah, mi sa che hai parlato troppo presto, aracnide. Non hai più a che fare con Petrusky … sono di un altra pasta, io. Potrei finirti qui, adesso, con quella grossa pietra lì… ma sento le sirene degli sbirri avvicinarsi, per cui preferisco darmi alla macchia. Ma tu lo saprai, Rosso: ogni respiro che farai a partire da domani sarà soltanto perchè IO te l'ho concesso!>

Dopo di chè raccolse la refurtiva e si allontanò di corsa, ridendo.

<Adesso sei tu che stai cantando troppo presto.> pensò il Rosso, mentre pigliava con dito medio il tasto del suo lanciaragnatele.

Trapster correva, soddisfatto per l'esito della rapina e del suo scontro con il Ragno Rosso, quando quest'ultimo con un salto gli si parò davanti, sbarrandogli la strada.

<TU! MA COME HAI FATTO A ...>

<Ora è il mio turno di impiastricciati!> e così dicendo il Ragno Rosso lo ricoprì con la sua ragnatela, rendendolo inoffensivo.

Trapster ero troppo sorpreso nel vederlo libero che non riuscì ad opporre la minima resistenza e nemmeno ad imprecare.

<Ora sei tu quello che non può muoversi. Cosa sii prova, eh, a rimanere immobilizzati?> chiese il Rosso, provocatoriamente <Sai, di solito non infierisco sugli avversari inermi… ma da quando sei a piede libero sei stato per me una spina nel fianco. E' da quel nostro primo incontro che volevo farlo, per cui capirai se la metto sul piano personale...>

Gli sferrò un pugno alla mandibola, che gli fece cadere l'elmetto e fare un volo di parecchi metri.

Trapster perse i sensi prima ancora di cadere al suolo.

Il Ragno Rosso lo guardò lì, steso ai suoi piedi, innocuo come un bambino, e ne trasse soddisfazione.

<E' stata un ottima idea quella di inserire il solvente di Norah tra le cartucce del lanciaragnatele> disse, osservandosi i polsi <Quasi quanto quella di appiccicare delle ragno-spie ai gioielli. Mi è costata una notte in bianco crearne così tante, ma ne è valsa la pena. Questa volte le cose sono andate esattamente come avevo pianificato, e non è una cosa che accade spesso, devo dire.>

Osservando il suo avversario, provò ad immaginare come avrebbero intitolato la notizia i giornali.

<”Trapster in trappola!” uhm troppo banale …. “Trapster intrappolato!” fiacco … “Un Trap per Trapster” ugh, fa veramente schifo! Non mi ero mai reso conto di quanto fosse difficile inventarsi un titolo.> notò, mentre le volanti della polizia si faceva sempre più vicine.

 

Quella notte, al commissariato.

 

L'arresto di Trapster e la sua gang aveva dato risalto all'unità Codice Blu; pure il sindaco si era congratulato con l'unità di Carson. Il Presidente della Commissione di Polizia O'Hara aveva organizzato un piccolo rinfresco per festeggiare. A tarda serata, quando la maggior parte degli agenti se n'era andata, il Comandante Carson prese una bottiglia e due bicchieri e salì sul tetto.

Ad attenderlo lì c'era il Ragno Rosso.

<Congratulazioni, comandante.>

<Dovrei essere io a farle a te, Rosso. Dopotutto è stata una tua idea … e senza quelle tue strane ragno-spie non avremmo potuto realizzare il piano.> gli rispose Carson, porgendogli un bicchiere di spumante.

<Si, ma è stato lei ad ottenere i permessi dal capo della polizia, la collaborazione del museo d'arte moderna e a fornire la refurtiva per la messa in scena, per cui possiamo dire che è stato un lavoro di squadra.>

<Ho riferito del suo coinvolgimento nel mio rapporto, ma l'ufficio del sindaco e i nostri capi hanno preferito sminuirlo… per non destabilizzare l'immagine della polizia agli occhi del pubblico, dicono.>

<Ah, non si preoccupi, ci sono abituato> disse, sollevando la maschera da davanti la bocca e sorseggiando dal suo bicchiere <Non ho scelto questa vita per avere delle onorificenze, ma solo per fare la mia parte.>

<Beh se ti può consolare, Rosso, c'è chi non la pensa così.> disse, porgendogli il suo cellulare: sullo schermo c'era un video in cui il miliardario Ezekiel Sims tesseva le lodi dell'eroe scarlatto:

<<E' evidente che la polizia non voglia essere messa in ombra dall'operato del Ragno Rosso, ma le immagini dell'arresto mostrano chiaramente come Trapster e uno dei suoi soci erano avvolti da delle tele, quando li hanno presi. Questo mostra come l'aver finalmente preso questa pericolosa gang di rapinatori sia frutto della collaborazione tra le forze dell'ordine e il Ragno Rosso. Questa città, torno a dire, dovrebbe adottare ufficialmente questo eroe e le collaborazioni tra lui e il corpo di polizia dovrebbe diventare una sana abitudine e non ridursi ad episodi sporadici.>>

<Dio tutto questo è imbarazzante!> ammise il Ragno Rosso <Mr. Sims pare avere una cotta per me.>

<Però non ha torto, quando afferma che forse dovremmo collaborare maggiormente.> affermò Carson.

<La divisa non mi dona, e non amo prendere ordini, capitano.> gli rispose il supereroe <Ma se avrete bisogno d'aiuto, potere sempre contare su di me.>

<Già, ma come facciamo a contattarti? Non sei certo sull'elenco.>

<Vi trovo io quando vi servo> rispose lui <Oppure potreste mettere un grosso faro qui sul tetto, con il simbolo del ragno, e accenderlo quando vi occorre.> scherzò poi.

<Non abbiamo il budget per attrezzature del genere.> rispose Carson, mettendo via il telefonino <Però potresti chiedere a Sims se può fornircene lui uno, che ne dici?>

Ma il Ragno Rosso aveva già abbandonato il tetto.

<Ma allora è vero che fanno così. E' snervante.> notò Carson.

 

FINE.

 

LE NOTE

 

E con questo si conclude quest'episodio: non c'è molto da dire, se non che chiude una trama lasciata in sospeso da Vale AlbaDiggi e che finalmente sono riuscito a chiudere (non amo lasciare storie in sospeso) pur collegando il tutto ai miei piani sul Ragno Rosso, che riprenderanno dal prossimo episodio! Continuate a seguirci!

 

Carmelo Mobilia